Il sistema di mercato
A cura di Pasquale Kovacic.
Tenendo ben presente ciò che si è illustrato nell’articolo dove vengono descritte le fondamenta del sistema monetario, andiamo ora ad analizzare, quelle sono le regole di un altro sistema cardine di tutto il paradigma e strettamente collegato alle strutture di tutto ciò che riguarda il denaro.
Nella società d’oggi, raramente si sente qualcuno parlare del progresso del suo paese o della sua società, in termini di benessere fisico, felicità, fiducia o stabilità sociale; piuttosto, le misure ci vengono presentate per mezzo di estrazioni economiche: abbiamo il Prodotto Interno Lordo (PIL), l’indice dei prezzi al consumo, il valore della Borsa, i tassi di inflazione, e così via.
Ma tutto questo, non dice niente sul reale valore della qualità di vita della gente, tutte queste misure riguardano esclusivamente il flusso del denaro stesso e niente altro.
Ad esempio: il PIL di una nazione, misura il valore dei beni e dei servizi venduti; si sostiene che questa misura sia correlata, allo standard di vita della gente; negli Stati Uniti, la spesa sanitaria contava il 17,3% del PIL nel 2009, quantificabile in oltre 2.500 miliardi di Dollari, creando così un effetto positivo su questa misura economica e secondo questa logica, sarebbe ancora meglio per l’economia degli Stati Uniti, se i servizi sanitari aumentassero ancora, magari sino a 3.000, o anche 5.000 miliardi di Dollari.
Poiché ciò creerebbe più crescita e più posti di lavoro, verrebbe glorificato dagli economisti, come un aumento del livello della qualità di vita della gente.
Ma che cosa rappresentano veramente i servizi sanitari?
Gente MALATA e che MUORE; quindi a prescindere dal paese di cui si parla, più c’è gente ammalata e che muore, meglio è per l’economia.
Questa non è un’esagerazione o una prospettiva cinica, infatti discostandosene abbastanza, si realizza come il PIL, non solo non riflette il benessere pubblico o sociale, a qualsiasi livello tangibile, ma sia di fatto una misura di inefficienza industriale e degrado sociale.
E più lo si vede salire, peggio stanno andando le cose, per l’integrità personale, sociale e ambientale.
Bisogna creare problemi per creare profitto; non c’è profitto nel paradigma attuale nel salvare vite, portare equilibrio sul pianeta; avere giustizia, pace o qualsiasi altra cosa simile e se non c’è profitto niente viene fatto.
Il crimine crea profitto, avvocati, giudici e forze dell’ordine lavorano; ci sono circa 2 milioni di persone in carceri americane e molte di queste sono in carceri gestiti da imprese private come la “Correction Corporation of America”, e “Wackenhut”, che comprano e vendono azioni a Wall Street, in base a quante persone sono detenute.
Ma questo è solo uno dei riflessi di quello che richiede il nostro paradigma economico.
Infatti per poter andare avanti, al sistema economico è indispensabile il “consumo ciclico”.
Quando smontiamo le fondamenta dell’economia di mercato classica, ci ritroviamo con una trama di scambi monetari, che non può permettersi di fermarsi e nemmeno rallentare se la società come è stata creata dal sistema, vuole continuare a funzionare.
Ci sono tre principali “attori” sulla scena economica: il lavoratore, il datore di lavoro e il consumatore.
Il lavoratore vende al datore di lavoro le sue prestazioni a fronte di un’entrata monetaria; il datore di lavoro vende i suoi prodotti o servizi al consumatore, sempre per un’entrata monetaria; il consumatore è solo un altro ruolo del lavoratore e del datore di lavoro, in quanto spende le sue entrate nel sistema, per permettere al consumo ciclico di continuare.
In altre parole, il sistema di mercato globale è basato sul presupposto, che ci sarà sempre domanda di prodotti o servizi nella società, per promuovere abbastanza denaro, a un ritmo che possa sostenere il processo di consumo.
E più veloce sarà il processo di consumo, tanto più ci sarà la così detta “crescita economica”; e così la macchina funziona.
Un attimo però, il termine “economia”, suggerisce concetti ben diversi, come efficienza, conservazione e riduzione degli sprechi; come può il nostro sistema, che richiede un consumo sconsiderato, preservare efficientemente o fare economia in qualche modo?
Infatti questo non è possibile; l’intento del sistema di mercato è l’esatto opposto di ciò che una vera economia dovrebbe fare; ovvero orientare con efficienza e cautela i materiali per la produzione e la distribuzione dei beni utili alla vita.
Viviamo su un pianeta le cui risorse sono ormai molto limitate, dove il petrolio che utilizziamo, ha richiesto milioni di anni per generarsi, dove i minerali hanno richiesto miliardi di anni per formarsi, quindi, avere un sistema che promuove deliberatamente l’accelerazione dei consumi in nome della crescita economica, è PURA FOLLIA AMBIENTICIDA!
Ci hanno sempre fatto credere, che il modello competitivo di mercato, cerca di dare il prodotto migliore al prezzo più basso possibile; questa frase rappresenta il concetto che giustifica la concorrenza di mercato.
Basandosi sul presupposto che il risultato sia la produzione di beni di qualità più alta, se dovessi costruirmi un tavolo, lo farei utilizzando i materiali migliori e più resistenti possibili, con l’intenzione che duri il più a lungo possibile nel tempo; perché dovrei costruire qualcosa con materiali scadenti, sapendo che a causa della sua poca durata, dovrò poi ricostruirne un altro, con ulteriore dispendio di materiali ed energie?
Per quanto sensato e razionale possa sembrare questo ragionamento, quando si tratta del sistema di mercato, questo non solo è esplicitamente irrazionale, ma non è neanche preso in considerazione.
E’ tecnicamente impossibile produrre il meglio di qualsiasi cosa, se un’impresa deve mantenere la sua competitività e restare accessibile al consumatore; qualunque cosa creata e messa in vendita sul mercato è da subito inferiore appena viene prodotta, perché è matematicamente impossibile creare un prodotto più avanzato, efficiente e sostenibile.
Ciò è dovuto al fatto, che il sistema di mercato richiede EFFICIENZA NEI COSTI, ovvero la necessità di ridurre al minimo le spese in ogni fase della produzione; dal costo del lavoro a quello dei materiali, dell’imballaggio e così via.
Questa strategia competitiva, serve per assicurarsi che il pubblico compri i prodotti di uno, invece che quelli di un concorrente che vende gli stessi beni.
Questa dispendiosa caratteristica del sistema di mercato, si chiama “obsolescenza intrinseca”; tuttavia, questa è solo una parte di un problema molto più ampio.
C’è un principio di base che governa tutta l’economia di mercato, che non troverete mai in nessun testo: “non si può permettere che un prodotto duri più del tempo necessario, affinché continui il consumo ciclico”.
In altre parole è cruciale che la roba, si guasti o scada entro un certo periodo di tempo; e questa è chiamata “obsolescenza pianificata”.
Questa è la spina dorsale della strategia di mercato di ogni azienda produttrice di beni, sebbene pochi, naturalmente, ammettano questa strategia, mascherandola con il fenomeno dell’obsolescenza intrinseca, spesso ignorando o addirittura soffocando nuovi passi della tecnologia, che potrebbero dare un prodotto più sostenibile e duraturo.
Quindi come se già non fosse abbastanza dispendioso, che il sistema per sua natura, non ammetta che si producano beni più durevoli ed efficienti, l’obsolescenza pianificata deliberatamente, legittima il fatto che se un bene resiste più a lungo, ciò è nocivo per il mantenimento del consumo ciclico e quindi per lo stesso sistema di mercato.
In altre parole, la sostenibilità dei prodotti è di fatto l’opposto della crescita economica e quindi c’è un incentivo diretto e rinforzato, ad accertarsi che la vita utile di ogni prodotto sia breve; e infatti il sistema non può funzionare in altro modo.
Uno sguardo al mare di discariche che si stanno diffondendo in tutto il mondo, mostra la realtà dell’obsolescenza; ora esistono miliardi di telefoni cellulari, costruiti a basso prezzo, computer e altri prodotti tecnologici, tutti pieni di materiali preziosi, difficili da estrarre, come l’oro, il coltan, il rame, che oggi marciscono interamente in grandi cumuli, a causa del malfunzionamento o obsolescenza di piccole parti, che in una società giudiziosa, potrebbero facilmente essere aggiustate o aggiornate, prolungando la vita del bene.
Purtroppo, per quanto questo possa sembrare efficiente, dato che viviamo in un Pianeta con risorse molto limitate, non lo è per il sistema di mercato.
Per dirlo in una frase: “efficienza, sostenibilità e preservazione sono i NEMICI del nostro sistema economico!”
Queste sono cose impossibili in un sistema basato sul profitto; ma il suo nemico forse più grande di tutti è l’ABBONDANZA, che sulla legge della domanda e dell’offerta, risulta essere una cosa davvero negativa.
Infatti, ciò che mantiene la tensione competitiva all’interno del sistema di mercato, oltre all’interesse personale è la SCARSITA’; se una società che commercia diamanti, ne estrae dalle miniere una quantità 10 volte superiore alla media, significa che l’offerta è cresciuta, perché è cresciuta la domanda e ciò farà scendere il prezzo e il profitto di ogni diamante; allo stesso modo, le compagnie petrolifere riducono la produzione del petrolio per mantenere i prezzi alti, quindi è la carenza delle risorse che accresce i profitti.
Così come i beni tangibili devono essere costantemente prodotti e riprodotti, senza riguardo per l’impatto ambientale, l’industria dei servizi funziona con uguale criterio.
Non c’è nessun beneficio monetario nel risolvere un qualsiasi problema gestito da servizi, ne sono prova le snervanti peripezie e le innumerevoli telefonate, che siamo costretti a fare quando necessitiamo di assistenza, per esempio, per i nostri abbonamenti alle reti telefoniche.
Servizi clienti automatizzati e gestiti da operatori sottopagati e demotivati, addestrati a tenere alto solo lo SLA, “Service Level Agreement”, un indicatore di valori, che per essere soddisfacenti per il gestore del servizio, devono mostrare che le telefonate siano brevi, che non ci siano delle lunghe attese che provochino l’abbandono della chiamata da parte del cliente e che sia compilato correttamente il software gestionale, senza tenere minimamente conto della reale soddisfazione del cliente e della eventuale soluzione del problema da lui segnalato.
Invece, nel momento in cui devono vendere il loro servizio, la maggior parte, non comunque tutti, sono disponibili e competenti.
Allo stesso modo, l’ultima cosa che il sistema vuole realmente è la cura di malattie come il cancro, poiché eliminerebbe molti posti di lavoro e miliardi di entrate nelle tasche delle multinazionali farmaceutiche.
E che dire ancora della guerra; come abbiamo già visto, l’industria bellica in America è un grande motore del PIL, uno tra i settori più redditizi; e intanto produce armi di morte e distruzione.
Questi aspetti negativi della società, sono positivamente remunerati dalle industrie e ogni interesse nella risoluzione di un problema o nella preservazione e sostenibilità ambientale è intrinsecamente contrario alla sostenibilità economica.
Ed è per questo, che ogni volta che si vede il PIL di una nazione salire, si assiste ad un incremento del “bisogno”, che sia reale o percepito, per definizione, il bisogno ha radice nell’inefficienza; dunque un aumento del bisogno implica un aumento di inefficienza.
E’ dunque impensabile che un sistema come quello di mercato, contenuto all’interno di un altro sistema come quello monetario che è fraudolento, possa è essere etico è conseguentemente fraudolento anch’esso; per sua natura, tutto ciò che ha a che fare col denaro è strutturato su imbrogli, inganni e frodi.
E questo è ulteriormente confermato da quell’unico “ibrido” del sistema monetario e di mercato chiamato BORSA VALORI, dove invece che produrre qualcosa di reale, comprano e vendono solamente il denaro stesso, dove comprano e vendono debiti per lucro e dove si scambiano complessi strumenti finanziari, per mascherare debiti di nazioni intere.
Quindi, quando si parla della borsa valori abbiamo un nuovo livello di PAZZIA, nato dal flusso monetario.
Il benessere di miliardi di persone è messo in pericolo a causa di questa invenzione chiamata DEBITO: licenziamenti di massa, tendopoli, misure di austerità imposte, povertà in aumento, scuole che chiudono, fame infantile e alti livelli di deprivazione familiare, tutto a causa di questa complessa finzione.
Tutto ciò, provoca nella gente, una sorta di sbandamento e di confusione mentale, ritenuta normalità, ma che in realtà è ben definita come “disturbo del sistema del valori”
Il famoso “sogno americano” è basato sul consumismo rampante e sul fatto che i mass media e in special modo la pubblicità commerciale hanno convinto, lavando il cervello del grosso della gente nel Mondo, che dobbiamo avere un certo numero di possedimenti materiali e la possibilità di ottenerne di più all’infinito per poter essere felici, ma ciò, non corrisponde assolutamente a verità.
E’ solo condizionamento sia classico che operante: si danno degli stimoli di condizionamento all’organismo e le risposte sono i comportamenti desiderati o finalità e obiettivi.
Per far ciò, dispongono di ogni risorsa tecnologica e riescono a entrare nelle menti delle persone.
Una testimonianza della plasticità della mente umana, una prova di quanto facilmente la gente possa essere condizionata e guidata, a seconda del tipo di stimolo ambientale è il mondo della pubblicità.
Induce soggezione questo alto livello di lavaggio del cervello, dove certi “robot” programmati detti “consumatori” vagano per il paesaggio, solo per entrare in un negozio e spendere magari 4.000 Euro per una borsetta di una certa marca, che verosimilmente ne costa 10 a produrla sfruttando manodopera d’oltreoceano, solo per lo “status simbol”, che quella marca rappresenta nella cultura.
E ancora, le feste “comandate” e altre ricorrenze, che si mostrano basate su valori morali o eventi religiosi, altro non sono, nella pratica quotidiana che occasioni del tutto MATERIALI, per fare girare soldi e quindi l’economia, per cui ogni anno, ci scambiamo molte volte, robaccia inutile, tramite regali e “pensierini” e poi ci domandiamo perché molti oggi hanno la smania dello “shopping” e del possesso, quando è chiaro che sono state condizionate sin dall’infanzia, ad aspettarsi beni materiali come segno del loro status tra amici e in famiglia.
Il fatto è che la base di ogni società, sta nei valori su cui poggia il suo funzionamento e la nostra società, così com’è, può funzionare solo se i nostri valori supportano l’ingente consumo che serve a mantenere il sistema di mercato.
75 anni fa, il consumo pro capite, nei paesi industrializzati era pari a metà di quello odierno; la cultura consumistica di oggi è stata architettata e imposta, per un bisogno del tutto reale di consumi sempre maggiori.
Ed è per questo, che molte aziende spendono più in pubblicità, che per il reale processo di fabbricazione dei prodotti stessi, creano false esigenze e ci riescono bene.
La base dei ragionamenti prodotti, per esempio, da un qualsiasi “eminente” economista, raramente lascia da parte la sequenza monetaria; è come un cerchio infinito autoreferenziale e autogiustificante di un discorso, dove i bisogni umani universali, le risorse naturali e qualsiasi forma di efficienza che sostiene la vita fisica, sono automaticamente esclusi, per essere rimpiazzati dalla singola nozione, che gli uomini cercando di avvantaggiarsi gli uni sugli altri solo per soldi e motivati dal proprio ristretto interesse, creeranno una società sostenibile, sana e bilanciata.
Non c’è una sola coordinata per la vita, in tutta questa “dottrina”, tutto è lasciato in mano agli interessi personali, intesi come beni materiali, denaro, possedimenti ecc.; infatti abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi il risultato di tutto questo, ovvero una società creata dal sistema, per niente bilanciata, né tanto meno sana.
Quindi, la disuguaglianza e la stratificazione sociale, sono insite nel sistema.
Se ho 1 milione di Euro e li investo in BOT (Buoni Ordinari del Tesoro), al 4% di interesse, guadagnerò 40.000 Euro all’anno, senza nessun contributo alla società.
Invece se sono di basso ceto sociale e devo chiedere un prestito o un mutuo per acquistare la casa o la macchina, pagherò degli interessi, che in astratto, saranno parte del guadagno di quel milionario con i BOT.
Questo “rubare ai poveri per dare ai ricchi” è un aspetto di base intrinseco del sistema monetario che potremmo chiamare “Classismo strutturale”.
L’economia però, dovrebbe prima di tutto occuparsi dei “bisogni umani”, ma questo non accade: le relazioni sociali entrano in gioco solo per favorire le sequenze monetarie, che sono totalmente scollegate dai reali bisogni umani, perché se è necessaria la “liquidità” per acquistare ciò che è indispensabile alla vita e c’è anche una sola persona che non ne possiede e ha un disperato bisogno di cibo o di un riparo, mentre c’è chi si può permettere per esempio una tavoletta d’oro per il water, si capisce che abbiamo a che fare con il più grande inganno nella storia del pensiero umano.
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