Risale all’antica Roma, quando nelle occasioni di festa, si è iniziato a preparare delle pietanze leggere, per stuzzicare l’appetito, prima del pasto vero e proprio.
Sono molti gli scritti latini, che di come i Romani consumassero i loro antipasti e che fanno capire quanto fossero già consapevoli, che iniziare i pasti consumando ortaggi e insalate, aiutasse lo stomaco a ricevere le altre portate.
Infatti è ormai risaputo, che consumare verdura cruda, prima di un pasto cotto, aiuta la digestione e facilità il transito.
Il termine “antipasto”, dal latino: “ante-paestum”, significa proprio “prima del pasto” o “prima del pranzo” e indicava quelle pietanze leggere, di semplice preparazione e solitamente in porzioni ridotte, che venivano messe a tavola per essere gustate prima dell’inizio del pasto vero e proprio.
Nell’antica Roma la “coena”, il pasto più sostanzioso della giornata, era preceduto dalla “gustatio”, ossia dall’antipasto, che all’epoca, era costituito solitamente da verdure e ortaggi resi più saporiti e sfiziosi da tante salse agrodolci e piccanti.
Negli scritti di Cicerone, troviamo l’antipasto che lui chiamava “promulsis”, riferendosi all’usanza di dare il via ai banchetti sorseggiando un vino mielato, il “mulsis”.