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La storia di Faith

La storia di Faith la donna a cui un solo giorno di lavoro ha sconvolto la vita

A cura di Pasquale Kovacic

Questa storia è accaduta nel 2016; è la storia di una donna, che in un solo giorno, ha visto cambiare tutta la sua vita, perché ha visto qualcosa, che non aveva mai visto prima e questo l’ha sconvolta.

Sono tante le cose che tutti crediamo di sapere o immaginiamo come siano, ma è solo quando le vediamo con i nostri occhi e le viviamo in prima persona, che le capiamo e le consapevolizziamo davvero.

E’ la storia di una donna di nome Faith, una storia che sembra come tante, ma che in realtà non lo è; e non lo è al tal punto, che la stessa Faith, dopo averla vissuta, ha sentito il bisogno di raccontarla attraverso un lettera, che poi ha voluto rendere pubblica, per fare in modo che chiunque la leggesse e avesse modo di riflettere.

Faith è disoccupata da due anni, ed è disperata, ma un giorno fortuna o sfortuna vuole, che le venga fatta una proposta di lavoro, che lei accetta e viene assunta in una azienda molto particolare, dove però lavorerà un giorno solo: un macello.

La testimonianza è divisa in due parti, una introduttiva e una dove racconta nel dettaglio, quel suo unico giorno di lavoro.

Ecco il testo integrale della sua lettera:

Parte introduttiva.

“Oh mio Dio! Se ci penso… Ho sempre mangiato carne e latticini e non ci ho mai pensato su due volte.

Sono stata senza lavoro per più di due anni, ma finalmente ho trovato lavoro al macello.

Non ho mai pensato a cosa sarei andata incontro, ero solo contenta di avere un posto di lavoro.

E’ durato un giorno.

Non sono riuscita a rimanere.

E’ stata la cosa più orribile, che abbia mai visto in vita mia!

Non c’era nulla di umano là dentro.

Sono tornata a casa il Venerdì in lacrime.

E l’odore!

L’odore della morte, posso ancora sentirlo sotto le narici!

Da allora non riesco a dormire una notte intera, quelle immagini sono dentro alla mia testa e non posso più dimenticarle.

Non ho mai più sentito il desiderio di toccare di nuovo la carne.

Non pensavo che sarebbe stato così.

Non ho mai provato nuove diete o cambiamenti di stile di vita, perché i miei Nonni ci hanno allevati in una fattoria.

Quello che ho visto però, era atroce e quello che ho vissuto la notte scorsa, mi ha fatta stare male fisicamente e moralmente.

Ho fatto sei docce, continuavo a sentire l’odore del sangue e della morte.

Non so come avverrà il mio cambiamento, ma ho intenzione di farlo.

Ho due bambini, ma non compreremo mai e poi mai più carne.

Voglio provare un’alimentazione Vegan.

Solo il pensiero di acquistare carne e doverla cucinare, ora mi fa sentire male.

E durato un giorno il mio lavoro e non sarebbe mai potuto durare di più.

La prima settimana, dovevo solo guardare per imparare, ma non avevo idea di ciò che avrei visto nel macello!

Mi sento così stupida, perché alcuni dei miei amici, da tempo sono Vegan e ho pensato, che fosse semplicemente una scelta folle, che seguivano una nuova tendenza hippy.

Ora mi sento male, per aver giudicato le loro decisioni.

Mi è stato detto di guardare documentari e non l’ho mai fatto.

Ho sempre pensato, che gli animali non soffrissero nei mattatoi, ma che venissero prima storditi e poi uccisi all’istante.

Non è così!

Sono vivi e urlano.

E anche se fossero morti, il sangue.. solo quello… OH MIO DIO!”

Racconto del giorno di lavoro.

“Sono seduta qui stasera e tutto è ancora nella mia mente come se fosse ieri.

Sono stata senza lavoro per così tanto tempo, ed ero così contenta di avere un lavoro.

Ho creduto che era tutto ciò che volevo, che era umano!

Gli animali non sentono!

C’era un grande paddock accanto al macello, pieno di mucche, stavano mangiando l’erba e tutto sembrava normale.

Ho sentito una fitta di tristezza, nel sapere che la loro tranquillità, sarebbe durata poco, ma il peggio l’ho visto dentro alla struttura.

Mi hanno mostrato la stanza macelleria, sembrava il negozio di un macellaio.

Tutto normale e non mi ha impressionato più di tanto.

Poi nel proseguire, mi sono avvicinata e ho accarezzato una delle mucche.

Da tempo non mi ero avvicinata a una mucca, da quando i miei Nonni, avevano la loro fattoria.

Mi è stata mostrata la camera di imballaggio e ho incontrato gli altri dipendenti e poi uno di loro mi ha detto: “Metti su questi, devi andare e devi vedere come si svolge il lavoro”.

Mi ha dato degli stivali di gomma e un grembiule di plastica e poi siamo passati attraverso delle enormi porte, dove le mucche erano allineate vive una dietro l’altra e si lamentavano, non era il solito “muu” , quello che fanno di solito, era chiaro che avevano paura.

Alcune delle mucche, urinavano spesso e lo facevano per la paura.

Così, dopo aver attraversato più porte, mi è stato detto che non mi sarebbe piaciuto quello che avrei visto da lì a poco, ma così è la vita.

“Parte del settore agricolo, vive con le mucche che sono state allevate per questo scopo”, ha detto l’uomo che mi accompagnava, secondo lui, non avevano altro scopo per cui vivere.

Un uomo, ha aperto un cancelletto, dove era tenuta una mucca e le ha bloccato la testa.

Ha cominciato a lottare e mi sentivo male, ma mi sono convinta, che faceva parte del suo destino, della vita.

Questo era il suo scopo.

Qualcun altro, in quel momento, si è avvicinato con un attrezzo, che sembrava una piccola asta, ma che serviva per lo stordimento. 

L’animale colpito è caduto immediatamente a terra e mi aspettavo che fosse morto. 

Ma non lo era.

Tremava e mi hanno detto che erano solo i nervi, la mucca era morta e il suo cervello, non avrebbe sentito nulla.

Ma dopo circa un minuto, mentre hanno legato le sue gambe, ha cercato di alzarsi in piedi.

E questi non sono i nervi, cazzo!

E’ inciampata e ha cercato di nuovo di rialzarsi, ma è stata issata per le zampe posteriori.

Ho chiesto se era morta e mi è stato detto che lo era.

Ma i suoi occhi erano aperti e per un momento i miei occhi hanno incontrato i suoi.

Poi è rimasta appesa per le zampe, ad una zona di piastrelle tutte bianche, simile a un enorme box doccia, con uno scarico nel pavimento.

Un uomo mi disse: “Lei non potrà mai avere a che fare con questo lavoro, se per aver visto questo è già turbata”.

L’operaio si è avvicinato e mentre la mucca stava ancora lottando, le ha tagliato il collo, mentre lei lottava disperatamente per liberarsi!

E ha gridato.

Ha sbattuto la testa di scatto, prima in avanti e poi indietro.

Il sangue è schizzato, ha spruzzato tutto il muro, mentre altro sangue scendeva dal suo collo.

Il suo “muu” è diventato meno forte e sempre meno forte, fino a quando non aveva più forza per lottare per il dolore e la morte, ha finalmente messo a tacere il suo dolore.

Ho guardato verso il basso.

Ero in piedi a quattro piedi dall’animale e gli stivali erano di colore rosso vivo, appena coperto di sangue.

Non ho mai visto così tanto sangue e non conoscevo l’odore del sangue.

Che odore!

E’ un odore metallico, di morte, come quello della mucca che è stata appena uccisa in questa stanza, ancora sanguinante, mentre stava per arrivare il turno della successiva, che ha subito esattamente lo stesso trattamento.

Di nuovo i medesimi step: lotta, occhi aperti e muggito feroce e anche qui hanno detto che erano solo i suoi nervi.

La mucca è morta di morte cerebrale a causa dello stordimento!

Ma io non credo.

Rimasi lì a guardare, sette vacche uccise e non ho fatto nulla, ero come impietrita.

Dopo la quarta ho dovuto andare fuori e vomitare.

Mi è stato detto di mettere un panno con del Vicks sotto il naso, per eliminare l’odore.

Ho pensato ai miei figli e che avevo bisogno di un lavoro e così sono tornata dentro e ho visto l’uccisione di altre tre mucche.

Poi sono tornata fuori, nel punto in cui le mucche erano vive.

Mi sono tolta stivali e grembiule e sono tornata nella stanza prima del macello, dove gli altri dipendenti, hanno cercato di consolarmi, suggerendomi, che era troppo presto per me, per assistere alla macellazione.

Così ho atteso la fine del turno di lavoro, nella stanza antecedente al macello, quella che non mi aveva dato fastidio prima.

Quando ho finito il mio orario, ho detto a loro che non sarei tornata su quel luogo e hanno capito.

Mi hanno dato 75 dollari, anche se ho solo guardato e poi ci siamo salutati.

Il mio ragazzo, mi ha detto stasera, che il sangue non ha odore, quello che ho sentito è immaginato.

E gli ho detto “hai mai visto un vero e proprio diluvio di sangue? Litri e litri di sangue che scorrono sopra i tuoi piedi?”

Non ho mai sentito tanto dolore per un altro essere vivente, come quello che ho provato per quelle mucche.

Ha avuto un effetto drammatico su di me, un’esperienza che non dimenticherò mai più.

Sto ancora piangendo stasera, mentre sto scrivendo questa lettera e per un certo verso, forse è un bene che io abbia visto.

Dopo quel giorno, ho parlato con i miei tre amici Vegani.

Ho chiesto scusa per aver criticato loro e la loro decisione, quando hanno fatto una scelta Vegan.

Io ero una mangiatrice di carne, convinta di essere nel giusto.

Mi dispiace tanto per averli derisi.

Loro hanno accettato le mie scuse e ora sono disposti ad aiutarmi nel percorso di transizione verso la scelta Vegan.

Una cosa so per certa, ed è che mai e poi mai mangerò di nuovo carne.

Non potrò mai più dimenticare quel Venerdì.

Ogni dettaglio, ogni suono, ogni odore, rimarrà impresso nella mia mente, come il momento che mi ha cambiato la vita.

Sono disgustata da quanto mi è stato detto e dal fatto che mi hanno mentito, che lo stordimento li uccide.

Da allora ho scoperto, che in realtà non è così.

Mi sento ancora male e ci vorrà del tempo, perché io possa riprendermi, ma sono determinata a fare anche il più piccolo cambiamento.

Gli animali non meritano questo.

Vorrei solo aver visto tutto prima.

Ora che ho visto quello che ho visto, sostengo pienamente la scelta di un’alimentazione etica e vorrei, che ognuno si renda consapevole della crudeltà dei nostri macelli, definiti da molti come “umani”.

Faith

Faith, non ha voluto rendere noti il suo cognome e la sua provenienza; ciò rende questa testimonianza priva di fonti, e probabilmente, ciò che avete letto è una traduzione da un’altra lingua all’italiano.

Ma ciò che ha vissuto e soprattutto i dettagli precisi di ciò che racconta, sono inequivocabili.

Dopo tutto, sono tante le storie vere che non hanno fonti; per certe situazioni, la vera fonte deve essere il cuore.

Esiste un detto che recita: “Se i macelli avessero le pareti di vetro, saremmo tutti vegetariani”.

E’ una celebre citazione di Leone Tolstoj e per averla detta è evidente che certe cose, le aveva viste con i suoi occhi.

Come “fonte” è più che sufficiente, il resto è lasciato alla coscienza di ognuno.

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Una storia come tante altre

Questa è una delle tante storie, che capitano tutti giorni e che confermano uno dei concetti più utilizzati a livello di “pur parler”, ma molto poco compresi, ovvero: “Solo quando le cose si vivono, si capiscono davvero”, quindi, acquisizione di consapevolezza.

Leggendo l’esperienza di Faith, non serve aggiungere altro; solo ci preme ricordare, che tutto ciò che viene raccontato, accade in tutto il mondo, in centinaia di migliaia di macelli.

Quindi, per avere un quadro reale della situazione, occorre moltiplicare molte volte tutto ciò che avete letto.

Ed è quindi importante, dimensionare correttamente il problema, ma questo, non è compito nostro né vostro, ma solo delle coscienze.

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